Ricevi questa newsletter perché sei iscrittə a Francamente Franco di Francesco Dossi. FRANCoMENTE è una rubrica mensile dal duplice fine: permettervi di conoscere meglio il sottoscritto ed esercitare lo spirito critico nella lettura. Vi racconterò due aneddoti che mi sono accaduti, ma attenzione! SOLAMENTE UNO DEI DUE MI È CAPITATO VERAMENTE. L’altro è frutto della mia fantasia. Alla fine della newsletter, troverete un sondaggio con cui potrete indicare quale dei due episodi credete sia quello VERO. La soluzione verrà rivelata nella puntata successiva della rubrica. Vediamo come ve la cavate.
Vendetta vera non finirò in galera
È un soleggiato pomeriggio d’estate, fa caldo, ma la spensieratezza di quegli anni è l’unica cosa che occupa la mia mente. Ho 6 anni, o giù di lì e mi trovo a casa di alcuni zii a giocare con i miei cugini. Siamo in giardino e ci divertiamo a saltare la corda: due la fanno girare e, a turno, gli altri entrano nell’ovale vorticoso per dimostrare il proprio talento. Vince chi esegue il numero più alto di salti, ma è difficile da stabilire perché la corda continua a girare e siamo sempre tutti pronti a rientrare per dimostrare di poter fare meglio. In pratica, la competizione non ha fine. Ça va sans dire, mi sento il campione del gioco. Quando arriva il mio ennesimo turno, la cugina che tiene uno dei due capi della corda decide di aumentare il livello di difficoltà e, assecondata da chi sta all’altra estremità, comincia a farla roteare a un ritmo frenetico. Okay che sono bravo raga, ma abbiate pietà di me. Mi becco la corda sugli stinchi, inciampo e fine, sono fuori dalla partita. Urlo all’ingiustizia, ma non vengo ascoltato. Ho sempre sofferto molto “le ingiustizie”, ancora oggi è così. Dimostrando di aver sviluppato una tolleranza pari a zero già in tenera età, decido di vendicarmi: ruberò le scarpe di suddetta cugina per buttarle in piscina.
Corro verso la camera e, una volta individuata la scarpiera, punto a quel paio che sta proprio nello scomparto più alto. E qui entra in campo la totale assenza di mentalità strategica: non mi viene in mente di salire sopra una sedia per raggiungerle, no. Scelgo quasi d’istinto di arrampicarmi sulla scarpiera, appigliandomi ai vari ripiani. Questa però non è inchiodata al muro e, facendo leva col mio peso, mi rovina addosso. Mi ritrovo schiacciato sotto il mobile e sepolto tra le scarpe, strillando aiuto e beccandomi un taglio su lato destro del viso, che mi ha lasciato una sottilissima, ma eterna, cicatrice sotto l’occhio. Ho smesso di arrampicarmi sui mobili? Assolutamente no.
Balneazione vietata
Mi sono sempre piaciuti molto i giardini, gli spazi verdi più o meno grandi, ma ben progettati, dove tutti gli elementi naturali sono stati disposti secondo un preciso gusto estetico, oltre che funzionale. Qui posso godere del verde e, al contempo, soddisfare la mia sete di “bellezza”, da esteta che sono.
Non per niente una delle gite che ricordo con maggior affetto è stata quella al Parco Giardino Sigurtà. Per chi non lo conoscesse, mi riferisco a un parco naturalistico di 60 ettari situato a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona. Per capirci, ha vinto il premio di parco più bello d'Italia nel 2013 e di secondo parco più bello d'Europa nel 2015. Non posso dire di aver conservato ricordi lucidissimi della mia esperienza, se non relativi ad alcuni spot particolarmente affascinanti. Resto comunque un forgetter! Quando ci ripenso, però, mi sento contento. Il mio ragazzo lo sa bene, dato che dall’inizio dell’anno a questa parte lo assillo per andarci insieme, lol. Tornando all’unica volta in cui ci sono stato, però, devo ammettere che non si è trattato di un’esperienza tutta “rose e fiori”. Al suo interno infatti, tra le mille mila attrazioni naturalistiche ci sono anche numerosi laghetti, che in estate ospitano diverse piante acquatiche come ninfee, fiori di loto, giacinti d’acqua. Era luglio e mi trovavo in gita con il gruppo del centro estivo. Avevo circa 10 anni e, non essendoci pericoli di alcun tipo (l’acqua non supera gli 80cm di profondità), noi bambini eravamo liberi di girare a nostro piacimento entro l’area che stavamo visitando con i sorveglianti. Attratto da uno stagno grazioso, collocato all’ombra di alti alberi frondosi e circondato da fiori variopinti, mi sono avvicinato alla sua sponda. Dovete sapere che amo guardare le cose da vicino, lo faccio anche con le opere d’arte o con i vestiti: voglio individuare i dettagli, indovinare i materiali, captare le tecniche. In questo caso, desideravo osservare le ninfee galleggiare nello stagno. Potete indovinare quello che è accaduto: dopo qualche minuto, mi sono ritrovato a sguazzare nell’acqua gelida.
Fortunatamente sapevo nuotare, e con qualche bracciata ho immediatamente raggiunto la sponda vicina. Qualcuno è corso prontamente a soccorrermi, sotto l’esplosione generale di risa che il piccolo me in versione pantegana bagnata aveva scatenato. Sigh. Questo però non ha assolutamente frenato la mia voglia di tornare al Parco Giardino, anzi! La prossima volta, cercherò semplicemente di non sporgermi sugli specchi d’acqua.
Eccoci con il sondaggio!